
Correggio era uno bravino... diciamo che nel cinquecento, tra Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano e altra gente cazzuta, Antonio Allegri sapeva il fatto suo. E lo rivela la mostra che si apre oggi a Parma (e che, non lo nego, mi piacerebbe vedere), che offre, nel raggio di quattrocento metri, affreschi, dipinti, disegni.
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Ma la questione di cui vorrei parlare è un'altra.
Un piccolo giallo si materializza tra le mura di Parma... Un giovane critico d'arte, noto sgarbato criticone e novello Maigret, nota qualcosa di stonato tra le opere dell'artista... Un quadro, molto simile ad un'altro, la cui paternità è dell'Allegri certamente.
Ma il giovane non rimane indifferente al "doppio" e sente puzza. Tra i Correggio... uno sCorreggio, di cui il critico riconosce la fattura.
Polemiche.
Ma lo sgarbato Maigret incalza è sostiene che mai il Correggio si replicò, indi per cui vi era un replicante.
A questo punto la storia si tinge di Mistica Audience, per cui lo sgarbone, quasi fosse il terzo segreto di Fatima, decide di non rivelare, per il momento, il nome del replicatore, artista padano vivente, che quindi, come in ogni buon reality, rischia l'eliminazione, senza passare per la nomination (essendo la sua identità nascosta).
Chi sarà costui?
L'unica certezza è un padano sCorreggio.
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Nell'immagine sopra: Leda e il Cigno 1531/32