venerdì 8 agosto 2008

Giù le mani!

Leggevo oggi un articolo pubblicato da Ros@ sul suo blog. Tratto da un fatto di cronaca estremamente violento e grave. Un viado brasiliano picchiato e insultato, senza alcuna ragione, all'interno di un CPT di Milano. Da un gruppo di poliziotti.
Viviamo in un paese in cui, secondo un rapporto fatto qualche anno fa da Save the Children, ogni 36 ore uno straniero è vittima di aggressione fisica, di atteggiamento discriminatorio o di offesa verbale.
Ma qui il problema non è "solo" l'intolleranza.
La questione sta nell'atteggiamento violento e razzista dei poliziotti.
La nostra repubblica delle banane prende misure di sicurezza nei confronti degli stranieri, mentre apre le porte all'Europa, le chiude all'Africa, all'Est, al Sudamerica... No... Non è per una questione geografica... E' solo perchè i nostri amici che vengono qui con i gommoni rischiando la vita, o viaggiano in autobus sgangherati o vengono adescati con la promessa di un lavoro o una vita migliore (per finire poi sulle tangenziali), sono mossi dalla disperazione, ma sono anche POVERI.
E perchè dividere quello che abbiamo con degli "intrusi", quando possiamo chiudere loro la porta? Pensavamo che fosse facile rifilargli dei lavori che da grassi occidentali non vogliamo più fare, pagandoli due lire... Ma non ha funzionato, perchè disperati al mondo ce ne sono tantissimi.
Ma non basta. La repubblica delle banane ha, da sempre, dei fedeli servitori: le forze armate, militari, paramilitari, polizie di vario genere, una sfilza di divise pronte ad intervenire per difendere il padrone.
E se, come in questo caso il padrone è una squadra di ricconi, intolleranti, xenofobi, fascisti, nordisti e borghesi come volete che si comporti la polizia? Del resto si sa che divise e pistole hanno sempre fatto gola agli esaltati, a quelli che intravedono nell'arma la via di fuga da tutte le frustrazioni personali, una valvola di sfogo e una piccola fetta di onnipotenza.
E poi, il cane difende il padrone e ringhia più forte se si sente difeso dal padrone stesso.

Qualcuno mi dirà che sto generalizzando e che questi sono i soliti deliri sinistroidi di chi non riesce a vedere che in mezzo agli esaltati c'è anche brava gente, con una coscienza e una famiglia (sicuramente). Io credo che una persona con coscienza sceglie con coscienza il lavoro con il quale sfamare i propri figli. Penso anche che non puoi esprimere la tua opinione quando devi eseguire ordini che vengono dall'alto.
E infine penso che l'idea Pasoliniana secondo la quale i veri proletari, nello scontro coi sessantottini figli di papà, erano i poliziotti, va chiusa in un cassetto, perchè la storia è cambiata.

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