domenica 6 gennaio 2008

Zizzania ad Hoc

Prima o poi doveva succedere. Lo schema funziona molto bene: Tizio effettua il rilancio, Caio stoppa e poi crossa, Sempronio tira al volo... dritto sull'Avversario, che "cordialmente" ci mette un piede... giusto per fare autorete. Accade che Tizio si chiama Giuliano Ferrara, Caio è Camillo Ruini e Sempronio, Sandro Bondi. Dimenticavo che l'autorete è di Paola Binetti. La palla "avvelenata" è partita da "il Foglio", Ferrara guarda le condizioni sul campo: l'ONU vota a favore della Moratoria sulla Pena di Morte, il Governo Prodi barcolla sotto le minacce degli stessi alleati, la Chiesa continua la propria conservatrice Crociata (quella iniziata con l'elezione di Ratzinger), e... questione non di poco conto, siamo sotto Natale (la festa della Natività). Calibra il tiro e, dalla sua porta, spara sulla 194, la legge sull'aborto. Dice che dopo la Pena di Morte, tocca alla moratoria sull'aborto. Scrive editoriali, uno dopo l'altro, manda anche una lettera a Veltroni, circa uno scambio d'opinioni che vorrebbe avere con lui, ma soprattutto con la commissione che discute linee direttive e statuto del neo PD, sull'argomento da lui sollevato. Che ha scatenato il putiferio. Perchè immediatamente, il Cardinal Ruini, sulla traiettoria della 194 ha rincarato la dose, con la consueta carica moralista e tuonante (retaggio medievale). Un assist per Bondi, che ha fatto suo l'argomento e lo ha riproposto nello scontro col centrosinistra, il quale si è autoflagellato grazie alla senatrice cattolica del PD (ed ex Margherita) che si è dichiarata favorevole all'iniziativa di Bondi, dichiarando che "...la mozione è un grande passo avanti nella direzione giusta, cioè la difesa della dignità della persona e del valore sacro della vita." A questo punto è fatta. Mai mossa è stata più precisa di questa, un'altro colpo, ben assestato alla maggioranza, colpita nel suo punto debole: i cattolici. E tirando fuori un vecchio tema, sul quale ci saranno sempre, inevitabilmente, battaglie.
Concludo con una frase estratta dall'articolo della scrittrice Lidia Ravera, pubblicato sull'Unità: "...le donne e soltanto le donne, in quanto tocca a loro prestare carne e sangue alla procreazione, possono valutare se portare a termine o no una gravidanza. Lo faranno con coscienza, cercheranno in tutti i modi di non doversi avvalere del diritto d'aborto, ma devono sapere che possono farlo. Non sono macchine, sono persone. Non sono proprietà né della Chiesa né dello Stato, sono libere cittadine, le donne. Sanno bene che saranno loro e i loro figli a pagare per tutta la vita un errore di valutazione."
Attenzione, sarebbe un passo indietro di trent'anni.

L'articolo di Lidia Ravera su l'Unità
L'articolo su L'espresso
L'articolo sul Corriere della Sera
Il Blog di Mauro Biani

2 commenti:

mauro biani ha detto...

Onorato per l'utilizzo della mia vignetta. Solo una cosa: puoi aggiungere credits e link al mio blog?
Mauro B.

Finazio ha detto...

Sei ottimista. Io credo che sarebbe un passo indietro che ci riporta dritto al medioevo, quando le donne non avevano neanche l'anima.