venerdì 9 maggio 2008

Trent'anni

In questi giorni in TV si celebra (in maniera mediatica) una triste ricorrenza: il trentesimo della morte di Aldo Moro. Un evento tragico sicuramente, ma quasi patinato, perfetto nel periodo dell'antipropaganda. I temi sono immediati e il canovaccio ormai usurato: cattolici (brava gente) contro comunisti (le brigate rosse). L'attenuante è che si tratta di una storia vera, e ciò basta alla difesa per scrollarsi di dosso le eventuali accuse di strumentalizzazione. Niente di personale contro il film, nè contro il povero Aldo Moro.
Invece oggi vorrei parlare di un'altro tragico evento: l'uccisione di Peppino Impastato, il 9 maggio di trent'anni fa. Di questa storia si parla molto meno e, se non fosse stato per il film di Marco Tullio Giordana, "I Cento Passi", forse in pochi oggi ricorderebbero Peppino. Io lo voglio ricordare oggi con questo post, così come ho già fatto qualche mese fa per il suo compleanno (vedi qui), per una serie di motivi. Perchè era siciliano, come me, e perchè aveva voglia di cambiare la nostra Sicilia, perchè era un rivoluzionario senza armi, uno di quelli che credono nella forza delle idee e della comunicazione. E perchè mi fa rabbia pensare che si possa morire a trent'anni.
Ancora oggi, giovani come Roberto Saviano sono condannati a morte solo perchè hanno avuto il coraggio di dire a tutti chi sono i colpevoli. Solo perchè hanno avuto il coraggio, come Peppino, di dire che la mafia fa schifo.

Il sito Ufficiale di Peppino Impastato

1 commento:

Rosa ha detto...

Fa schifo è poco per una montagna di merda.